MA VOI CE L‘AVETE UN’AMICA DEL CUORE? – 30 LUGLIO, GIORNATA MONDIALE DELL’AMICIZIA

A cura di: Barbara Coscarella

MA VOI CE L‘AVETE UN’AMICA DEL CUORE?

La mia la conobbi in una classe di un primo superiore linguistico nel 1985 quando la scuola era iniziata già da qualche mese e durante una lezione, la preside fece il suo ingresso con questa ragazza che dal quel giorno sarebbe stata una nostra nuova compagna di classe

Il destino o a dir la verità la sfiga volle che essendo da sola al banco la fecero sistemare accanto a me.

Me la ricordo proprio bene: magra, alta con lunghi capelli scuri e lo sguardo basso da timida. Non aveva l’atteggiamento spavaldo e non mi rivolse parola mettendosi seduta. Mi incuriosì molto quel suo essere fuori dal comune: la spiavo cercando di capire che tipo fosse, ma riuscii solo a sapere che veniva dal classico e sapeva l’alfabeto greco.

La classificai subito come una secchiona timida e anche un po’ bigotta: indossava sempre dei jeans e dei maglioncini blu.

Però mi incuriosiva possibile che non riuscivo a farle dire nemmeno una parola? Di bello aveva le mani e le unghie, io che rosicchiavo unghie e pellicine vedere quelle mani bellissime mi faceva impazzire. Così poco per volta come si fa con gli animali selvatici, tentai di addomesticarla; piano piano perché se provavo a dire una parola in più lei si ritraeva immediatamente.

Non ricordo onestamente come poi la nostra amicizia esplose, so solo che piano piano diventammo veramente amiche: uscivamo insieme, pedinavamo ragazzi carini (!!), passavamo ore ed ore sdraiate sul letto a casa sua a parlare e a ridere . Forse il nostro primo viaggio insieme fu a casa di un’amica comune in Versilia: sua mamma era il nostro controllore e noi da “brave” 15enni facevamo di tutto per renderle la vita impossibile, in quell’occasione ci trovammo addirittura  sua mamma dentro la discoteca per riportarci a casa (evito di dire in pubblico altri particolari)

Di lei ricordo merende fatte con coca cola e Macine del Mulino Bianco (forse anche i Galletti), pesci fatti morire involontariamente per avergli cambiato l’acqua mettendola bollente e ricordo il funerale successivo con tanto di canzoni e processione.

Eravamo le Queen delle Smemoranda, l’agenda che a tutto serviva tranne che ad appuntare i compiti a scuola, noi i buoni propositi li avevamo ma non appena ci ritrovavamo da sole li dimenticavamo!

Lei era quella bella, io forse quella simpatica, mi raccontava per filo e per segno i suoi primi amori e io le parlavo dei miei; avevamo una passione sfrenata per George Michael, non per niente il nostro primo concerto a Milano fu per vedere lui all’Arena Civica.

Di lei posso dirvi che è stata presenza costante nella mia vita, anche nei miei momenti peggiori. Ricordo un suo biglietto quando a 17 anni persi mio padre per sempre “Avevo paura di non vederti più sorridere” mi scrisse.

Quelle parole me le sono sempre portata dentro sempre, anche quando ho dovuto lasciare la mia amata Milano per sempre e le mie amiche e Lei. Mi regalò un beauty della NaJ Oleari tra le tante cose prima di partire, che ancora conservo gelosamente e porto con me nei miei viaggi.

Ogni tanto cercavo di tornare da lei e di vivere un po’ più da vicino la nostra amicizia, la vita in alcuni momenti ci ha allontanate ma non ho mai smesso di volerle bene.

La mia colpa è stata quella di cedere ai desideri degli altri negando i miei e questo ha fatto sì che non fossi presente fisicamente quando lei avrebbe voluto che ci fossi.

Ho visto crescere la sua prima figlia Nicole, è stata una mamma coraggiosissima.

Nicole profumava di latte e zucchero da neonata e sua nonna per farmi felice me la metteva vicina nel letto così da coccolarla come si fa con i bambolotti.

Se qui c’è una persona che merita il titolo di Queen quella è sicuramente lei.

L’Amore quello vero l’ha incontrato qualche anno dopo, ho sempre invidiato il suo spirito battagliero per quello in cui credeva, lo fa ancora, è una vera leonessa. Luca le ha portato quella voglia di famiglia numerosa che lei sognava ma non le ha tolto la voglia di farcela, quando si metteva in testa una cosa non mollava mai.

Ha sempre avuto una passione per l’arte: il teatro, la scultura e quando dopo la nascita del suo terzo figlio ha capito che la vita sarebbe cambiata, per Amore, per quell’Amore che le dà la forza da sempre, ha iniziato a creare gioielli.

Non come farebbe una persona qualunque, ma studiando e provando all’infinito, stando sveglia fino all’alba per riuscire a terminare i suoi progetti e per non perdere nemmeno un minuto della vita dei suoi figli.

Potrei scrivere davvero molto su di lei ma la cosa più importante è che con lei non mi sono mai sentita giudicata: mi ha sentita piangere disperatamente e ridere fino alle lacrime, fino a rotolarmi per terra. Ha continuato a volermi bene quando non ci sono stata, e so che me ne vuole ora che invece la vita ci ha fatte incontrare di nuovo. Auguro ad ognuno di noi di avere un’amica così speciale ma lei è la mia amica del cuore Valeria.