Qualche giorno fa ho stirato una camicia a mio marito. Che c’è di strano direte voi.. In pratica nulla, certo. Ma di strano, in realtà, c’è stato molto…C’è stato quello che ha elaborato la mia testa. Cacchio, mi son detta, da quanto non gli stiro una camicia? Non saprei nemmeno definire da quanto tempo, forse anni… In realtà questo non ha mai causato problemi tra di noi. Siamo abituati così. Da quando è nato il mio terzo figlio, lui si stira la sua camicia al volo prima di uscire e via.
Eppure questo mio pensiero ha creato in me una serie di sensi di colpa inaspettati : poveretto però… Che moglie sono… Chissà se lo sapessero in giro…
Mi sono tormentata e, quasi, vergognata…
Eppure… Eppure gli cucino tutte le sere da vent’anni, eppure lavoro come una pazza di giorno e quando non riesco perché lui non c’è, anche la notte…eppure quando i ragazzi erano malati, è il mio di lavoro che si è sempre fermato, eppure sono io che seguo i pediatri, la spesa che manca, e una serie infinita di incombenze che ancora solo noi donne conosciamo.
Mi sono confrontata con donne molto più giovani di me e per fortuna ho scoperto che in realtà le cose lentamente stanno cambiando. Lentamente però… C’è ancora un numero infinito di persone (donne comprese) che mi dicono: cavolo, sei fortunata! Tuo marito ti aiuta, di cosa ti lamenti. Lui lavora, cosa deve fare di più…
“Lui-lavora-cosa- deve- fare-di-più….”
Com’è che nessuno dice a loro la stessa cosa…? Com’è che nessuno dice mai: cavolo! Sei fortunato, guarda tua moglie, lavora e ti cucina pure… Perché ancora è così scontato che sia la donna a farlo, che sia lei che deve seguire i ragazzini in quarantena con la DAD, i compiti, la casa e magari un lavoro impegnativo, che molto probabilmente, andando avanti così, queste donne perderanno anche?
La verità è che ancora la nostra società è impostata sul maschilismo. La fatica che deve fare una donna per conquistarsi un pezzo di indipendenza è ancora il triplo, il quadruplo rispetto ad un uomo. C’è ancora la concezione che la donna debba scegliere: quando il lavoro per una donna diventa “troppo importante”, “troppo impegnativo” siamo noi donne, solo noi donne, che dobbiamo, ad un certo punto, scegliere.
Ve lo figurate un uomo che lascia il lavoro per la famiglia? Io no… Io vivrei male, mi sentirei in colpa…E come me miliardi di donne…E le critiche, quelle più feroci, arriverebbero proprio da loro, dalle donne. Siamo sempre sotto esame, sempre giudicate. Questo è assurdo…Io non lo concepisco e mai lo accetterò. Dobbiamo essere unite. Noi che diamo la vita, solo noi possiamo capirci, noi ancora così in tante a subire maltrattamenti, stupri, discriminazioni, violenza. Ma li avete letti i numeri? C’è da spaventarsi…
Io non sono mai stata una femminista sfegatata. Amo gli uomini, non disdegno i loro complimenti, se mi regalano dei fiori li apprezzo moltissimo… Non è questo il punto. Impariamo ad andare oltre. Le vere battaglie sono altre e le dobbiamo combattere insieme. Lo stalking, la violenza domestica, l’indipendenza economica, la parità di stipendi, le stesse opportunità…Sono queste le battaglie per cui combattere.
Per il resto ben vengano i fiori!
Impariamo ad indignarci, ma davvero, perché le donne vengono uccise ogni giorno da un compagno o un conoscente, impariamo a smetterla di pensare a come era vestita, era ubriaca, “certo che anche lei…“
“Certo che anche lei” che cosa?? E se un giorno lui uscisse mezzo nudo, lo stupreremmo? Gli useremmo violenza? No. Punto.
Ci sono migliaia di ragazze che si sentono colpevoli e non hanno il coraggio di denunciare.
A noi che diamo la vita, a voi donne della mia vita, auguro di essere libere e fiere. Di essere leggere con tutta la forza che serve.
Uniamoci, stiamo vicine, siamo solidali, solo noi possiamo cambiare il mondo in meglio!
Buona Festa della Donna a tutte voi, mie care Queen!
Valeria